Le malattie degli ultra-cinquantenni non sono affatto dovute, come si tende a voler far pensare, all’età che avanza, ma al fatto che sono decenni che la persona si nutre al di sotto dei fabbisogni anabolici tra colazione e pranzo.
Per chiunque muoia
prima del suo vero natural momento, che non sia addormentarsi per l’ultima
volta per consunzione (il fisiologico spegnersi del corpo senza malattia), si
deve considerare la perpetrazione di un omicidio o di favoreggiamento di un suicidio… o anche di entrambi…
Dal
libro INIZIAZIONE ALLA DIETA BIO-SOFICA - Sulle orme dell'Ovo Sapiens: È da ricordare che un
essere umano consapevole, ben nutrito e ben integrato nel proprio ambiente, può
morire solo per consunzione anche ultra-centenario: il rinnovamento cellulare
tende naturalmente a essere sempre più lento fino a spegnersi, senza malattie,
senza cure, senza sofferenza, come in un sogno
e con tanto fertile vissuto disseminato in forma di esempi e di
conoscenze che esaltano l’Essere. È interessante, a tal proposito, riferirsi
agli studi di B. Spencer e F.J. Gillen su tribù aborigene australiane,
evidenziati da E. Cassirer, relativamente al concetto che l’essere primitivo
aveva e ha della vita: la sensazione dell’indistruttibile unità dell’esistenza
risulta così potente da fargli negare la realtà della morte. La vita è
concepita senza limiti di tempo e di spazio, continuandosi nell’intero regno
della Natura e lungo la storia. La
morte, nel pensiero del primitivo, può essere provocata solo da una causa
nemica e, dunque, spesso voluta anche da un proprio simile. Se riflettiamo su
queste componenti, possiamo riportarci alla realtà attuale, ben palese, ma,
comunque, non rilevata dai più: anche le patologie e la morte prematura, a esse
correlata, sono sempre cagionate sugli esseri umani dai loro simili che, con
informazioni distorte, condizionamenti psico-sociali, deturpazione ambientale,
opportunismi commerciali, bombardamenti farmacologici, comunicazione aberrante
o inesistente, inquinano la biochimica, le motivazioni esistenziali, le
capacità di percezione e di oggettiva efficacia psico-fisica degli individui,
portandoli alla malattia e alla “morte”.
Pertanto,
il tipo di società, in netto contrasto con le reali
predisposizioni umane, favorita dagli opportunismi politici, insieme alle
subdolamente mirate informazioni penalizzanti provenienti dal mondo medico,
rappresentano la forbice esistenziale, dalla quale traiettoria d’azione ogni
umano attuale con ancora un minimo di dignità dovrebbe trovare, con la conoscenza,
la forza per sottrarsi.
SE NON TI NUTRI NON RIPARI LE FALLE
Su un terreno disastrato dalle
cosiddette educazione e cultura trova il giusto ambiente il germe dello stress.
Il martellamento su questioni problematiche e sulla necessità di dover
fronteggiare continuamente ostacoli relativi alla propria condizione sociale
sempre in bilico, nonché la reale difficoltà in cui la maggior parte delle persone
si ritrova quotidianamente per resistere economicamente al passo con un sistema di produzione-consumo
fortemente sbilanciato e frustrante, sono elementi che innescano condizioni
ormonali debilitanti, attraverso l’incremento del cortisolo, detto, dagli studi
di Selye, ormone dello stress, il quale riduce la sintesi proteica, limitando
la rigenerazione di cellule e sostanze attive logore, predisponendo a scarsa
reattività psichica, spossatezza cronica e a disfunzione organica.
A questo si aggiunge la caotica
informazione su quella che sarebbe una necessaria congrua nutrizione. Il
messaggio più fortemente proposto, se si vuol essere in forma e star bene in
salute, è quello di dover limitare gli apporti nutritivi e di fare molta
attività fisica, due condizioni che, seguendo una vera logica, fanno a cazzotti
tra loro.
La biochimica umana degli anni ’50-‘70, quella vera e inconfutabile, motivo di premi Nobel a suo tempo, ha dimostrato che la rigenerazione di cellule e sostanze attive, ovvero l’anabolismo umano, è maggiore nella mattinata (colazione e pranzo) e che, inoltre, sono i deficit nutritivi in questa fase della giornata (tra l’altro proprio quella in cui la gente è maggiormente sballottata e trafelata da impegni per la sopravvivenza), e non il troppo mangiare, a provocare obesità e malattie.
Invece, il pensiero indotto, attualmente dilagante nelle popolazioni, è quello di dover limitare le calorie, con la conseguenza di un disordine alimentare dato da fame compensativa e di un consumo di cibi detto “spazzatura” senza potere nutritivo, tra l’altro abilmente propagandati dagli sponsor. Questa base di forti squilibri fisiologici non fa che incrementare i livelli di stress cronico tra la gente.
Inoltre, è lo stesso stress di fondo, in una sorta di circolo
vizioso, che fa passare in secondo piano la tendenza a nutrirsi in modo
completo.
La
nutrizione completa diviene fondamentale per “riparare” i
danni provenienti dalla sponda nervosa, che per tanti “lottatori sociali”, solo
raramente colloca in uno stato mentale ideale. Inoltre, non avere deficit
nutritivi mattutini può
rendere più efficace e veritiero il filtro che frapponiamo alle vicissitudini,
sia per l’apporto di sostanze che magnificano l’attendibilità dei recettori
nervosi, sia per la maggiore energia disponibile, la quale, come abbiamo visto,
è l’elemento imprescindibile per discriminare i messaggi ambientali e sociali e
gli eventi in un’ottica quanto più realistica, evolutiva e costruttiva, e non
caotica o deviante o distruttiva, per l’individuo.

Se l’anabolismo, ovvero la
ricostruzione cellulare di tutti gli organi e delle sostanze attive, è maggiore nella prima parte della giornata, e se proprio in questa fase del giorno si finisce con il sottonutrirsi, arrangiandosi con pasti incompleti, frugali o, quantomeno, di contenuto mediocre, e se l’alimento principe, l’uovo, che magnifica tale anabolismo, è consumato con scarsa frequenza in certe fasce orarie, nel tempo non si può che accusare una inesorabile riduzione della disponibilità di cellule altamente funzionali. Ciò si manifesta a partire dalla pelle, il cui afflosciamento è il primo indice di decadimento, per interessare poi i muscoli e, per finire, le ossa e gli organi interni, a cui l’organismo dà la priorità di ricostruzione, per motivi di sopravvivenza, rispetto agli altri tessuti meno determinanti. Con il reiterarsi dei deficit nutritivi mattutini, negli anni, però, il corpo finirà con il non poter mettere “pezze” nemmeno agli organi interni, predisponendo alle patologie, alle quali la “Sanità”, poi, opporrà diete restrittive, che debiliteranno ulteriormente, e farmaci che copriranno parzialmente i sintomi, ma che non salderanno le crepe incipienti e non fermeranno la produzione di altri zombi circolanti.
e. mail giovanni.moscarella@tin.it